Le nanoparticelle lipidiche contenenti mRNA (mRNA-LNPs) sono state recentemente proposte con successo come vaccino contro il SARS-CoV-2, sebbene la ricerca e lo sviluppo siano iniziati decenni fa. Il vantaggi principali di questi nanovettori sono la loro facilità di produzione e la modularità in base alle diverse esigenze. L’ mRNA o RNA messaggero, contenuto all’interno, è una catena di nucleotidi costituiti da una molecola di fosfato, una base azotata e uno zucchero. L’ mRNA è indispensabile per l’uomo perché è responsabile della trasmissione di importanti informazioni alle cellule. Quando si progetta un mRNA-LNP è fondamentale ottimizzare la formulazione in termini di efficacia, stabilità e sicurezza.
I nucleotidi della sequenza di mRNA possono essere modificati per aumentare l’espressione proteica, renderla più stabile ed evitare che il sistema immunitario la riconosca come un prodotto esterno all’ organismo e la degradi.
Le nanoparticelle lipidiche sono l’involucro che protegge e permette all’ mRNA di arrivare a destinazione. Sono costituite generalmente da lipidi, colesterolo e da un polimero, il PEG. Il lipidi ionizzabili sono i componenti più utilizzati e sono formati da catene di carbonio, da una testa ionizzabile e da un linker che unisce le due unità. Il PEG, invece, ha la funzione di evitare l’aggregazione delle nanoparticelle, migliorando così la stabilità della formulazione.
Altre strategie per aumentare la conservazione a lungo termine e permettere la produzione in larga scala possono essere la conservazione a -80 gradi oppure la sua liofilizzazione. Ovviamente queste sono alcune delle molteplici considerazione che devono essere effettuate quando si pensa alla sviluppo di un vaccino a mRNA. Come dicono gli autori, non esiste una ricetta unica per un efficace nanovettore, ma la sintesi deve essere ottimizzata considerando la finalità terapeutica.
Link per leggere l’articolo completo: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0958166921001932